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al testo di Klara Rubino
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Dov'è la sorgente del Gange? Nel ghiacciao d'altura che ho dentro, tra lo sterno e l'ombelico si estende; da lì fluisce cristallino con interminabile spontanea spinta, verso l'esterno, attraverso le braccia, le gambe, il collo; si ramifica percorrendo le dita, esonda a terra, permeando le piante dei piedi e sgorga, dalla nuca, verso il cielo.
Dopo un sacro, non causale girovagare, come nastro che si annoda, si ricongiunge al suono di un sospiro antico; indi si sposa all'attrazione universale che l'acqua ha verso l'alto, fino a confluire nel blu dell'arcobaleno, così raggiunge praterie di spuma.
C'è una sedia a sdraio, vuota, guardata a vista da un Iris fulgido e un tepore aromatico che non invita al torpore. Io sono qui, tu?
Le mani poni sui miei fianchi, sì, hai odore e suono di oceano e nell'abbraccio nostro infine siamo del Bengala il Golfo.
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